SOLI INSIEME
Il poeta John Donne ha detto che nessun uomo è un’isola. Siamo animali geneticamente sociali, che cercano amici, compagni e partner di ogni tipo per condividere i propri interessi. Ma non tutto va liscio nella nostra vita sociale. Incomprensioni, conflitti di interesse, la pressione di conformarsi contro il desiderio di distinguersi dalla folla; desideriamo essere “alla moda”, ma ci sentiamo dire che siamo “pecore” che seguono ciecamente le mode popolari. Eppure la condizione umana essenziale è quella di essere soli, come eravamo quando siamo venuti al mondo e come saremo quando ne usciremo. Ma mentre viviamo, viviamo collettivamente. Le fotografie mostrano la nostra interdipendenza e la rafforzano.
10 | Soli insieme
Eason Tsang Ka Wai
Rooftop n.1
2011
dalla serie Rooftop
Courtesy L’artista e Blindspot Gallery
il terreno di caccia fotografica di Tsang è Hong Kong, in particolare i vecchi quartieri dove un’accozzaglia di edifici di diversi parametri architettonici (altezze, età, stili) permette all’artista di trovare punti di osservazione che guardano direttamente verso i tetti privati. Il fotografo ammette una forma di sconfinamento fotografico, intrufolandosi negli edifici e salendo ad altezze considerevoli per trovare il suo soggetto. Lo spazio vitale è un premio in questa vivace città; ogni metro quadrato conta, e l’uso ponderato dello spazio è sia una testimonianza della creatività delle persone che un promemoria dell’estrema pressione della popolazione nella maggior parte delle concentrazioni urbane cinesi.
14 | Soli insieme
Katy Grannan
Anonymous, Fresno, CA
2012
dalla serie The 99
Courtesy Fraenkel Gallery, San Francisco
I soggetti di Grannan sono ripresi nel forte bagliore del sole della California, irrequieti e apparentemente in viaggio verso un qualche luogo – anche se lei non dice dove e, forse, nemmeno loro lo sanno. Tutti hanno accettato di essere fotografati. Grannan ha quindi rinunciato al potere dello scatto candido in favore di una collusione con i suoi soggetti. La storia dell’esperienza umana condivisa, alla fine, è più importante della miriade di casi di lotte individuali – da qui l'”anonimo” del titolo. La fotografa cerca tracce di piccole vittorie e sconfitte incise su volti e corpi.
15 | Soli insieme
Hong Hao
Book Keeping of 2007 B
2008
dalla serie My things
Courtesy Pace gallery
Picasso disse: “Sei ciò che conservi”. La serie fotografica My Things è il risultato delle osservazioni quotidiane della vita di Hong Hao, una registrazione dell’accumulo di cose nel corso del tempo – “come una lista della spesa”. Iniziata nel 2001, la serie è stata realizzata scannerizzando, uno dopo l’altro, gli oggetti che consumava o usava ogni giorno, salvando poi le immagini come file digitali nelle cartelle del computer, e poi aspettando fino all’anno successivo per creare un link di highlight. Hong lo descrive come “il lavoro ripetitivo quotidiano di un contabile”, lavoro che gli ha dato “un’ancora in un mondo materiale in rapido cambiamento”. Non potremmo fare tutti lo stesso?
16 | Soli insieme
Katy Grannan
Anonymous, Modesto, CA
2013
dalla serie The 99
Courtesy Fraenkel Gallery, San Francisco
I soggetti di Grannan sono ripresi nel forte bagliore del sole della California, irrequieti e apparentemente in viaggio verso un qualche luogo – anche se lei non dice dove e, forse, nemmeno loro lo sanno. Tutti hanno accettato di essere fotografati. Grannan ha quindi rinunciato al potere dello scatto candido in favore di una collusione con i suoi soggetti. La storia dell’esperienza umana condivisa, alla fine, è più importante della miriade di casi di lotte individuali – da qui l'”anonimo” del titolo. La fotografa cerca tracce di piccole vittorie e sconfitte incise su volti e corpi.
17 | Soli insieme
Kim Taedong
Day Break-034
2011
dalla serie Day Break
Courtesy L’artista
Kim Taedong è un osservatore dei tetri momenti di pausa che caratterizzano la vita della città moderna. Dal 2011, fotografa gli abitanti di Seoul incontrati durante le sue passeggiate. L’oscurità caratterizza le immagini della serie Day Break. Pendolari che attraversano crepe nella metropoli, zone funzionali che emergono dalle vistose aree popolate – ricordandoci che molti momenti si svolgono in luoghi fuori dal centro. Egli intende catturare lo spirito di questi momenti di solitudine congelati nel tempo, riunendoli in una “storia ripetitiva delle vite di (queste) persone, che danzano intorno al centro e alla periferia di una città, giorno e notte, ora e nel passato” senza andare né venire.
18 | Soli insieme
Katy Grannan
Anonymous, Los Angeles
2008
dalla serie Boulevard
Courtesy Fraenkel Gallery, San Francisco
I soggetti di Grannan sono ripresi nel forte bagliore del sole della California, irrequieti e apparentemente in viaggio verso un qualche luogo – anche se lei non dice dove e, forse, nemmeno loro lo sanno. Tutti hanno accettato di essere fotografati. Grannan ha quindi rinunciato al potere dello scatto candido in favore di una collusione con i suoi soggetti. La storia dell’esperienza umana condivisa, alla fine, è più importante della miriade di casi di lotte individuali – da qui l'”anonimo” del titolo. La fotografa cerca tracce di piccole vittorie e sconfitte incise su volti e corpi.
19 | Soli insieme
Benny Lam
Trapped – sub-divided 01
Questo cubicolo di meno di 5 metri quadrati è uno spazio multifunzionale per la famiglia Leung: camera da letto, sala da pranzo e cucina. I bambini fanno i compiti e giocano rannicchiati sul piano superiore del letto a castello. Il padre che ha difficoltà a muoversi rimane al piano inferiore a leggere il giornale esortando continuamente i figli a non disturbare i vicini. La madre, seduta accanto a lui, piega la biancheria pulita.
2012
dalla serie Trapped
Courtesy L’artista. Le fotografie di Benny Lam sono utilizzate dalla Hong Kong Society for Community Organization per richiamare l’attenzione del pubblico e del governo sui problemi degli slum urbani e delle condizioni abitative inadeguate. Idea di Kwong Chi Kit e Dave Ho.
“Cinque metri quadrati possono essere le dimensioni di un bagno, di una cucina o di un balcone. È appena sufficiente per tre o quattro persone che si sdraiano, quattro o cinque sedie o circa settanta fogli di carta A4. Ma per alcune persone di Hong Kong, è la dimensione della loro casa”. Le fotografie di Benny Lam della sua città natale ci mostrano spazi simili a gabbie all’interno dei grattacieli in cui i cittadini dell’isola sono intrappolati, a causa di un mercato immobiliare esorbitante. Il suo punto di vista poco ortodosso, dall’alto, cattura scene per la maggior parte invisibili agli estranei. I fotografi sono spesso impegnati nel documentare la vita delle comunità nascoste.
20 | Soli insieme
Katy Grannan
Anonymous, San Francisco
2008
dalla serie Boulevard
Courtesy raenkel Gallery, San Francisco
I soggetti di Grannan sono ripresi nel forte bagliore del sole della California, irrequieti e apparentemente in viaggio verso un qualche luogo – anche se lei non dice dove e, forse, nemmeno loro lo sanno. Tutti hanno accettato di essere fotografati. Grannan ha quindi rinunciato al potere dello scatto candido in favore di una collusione con i suoi soggetti. La storia dell’esperienza umana condivisa, alla fine, è più importante della miriade di casi di lotte individuali – da qui l'”anonimo” del titolo. La fotografa cerca tracce di piccole vittorie e sconfitte incise su volti e corpi.
21 | Soli insieme
Florian Böhm
48th Street / 5th Avenue
2005
dalla serie Wait for Walk
Courtesy L’artista
Böhm cerca di realizzare quello che considera un nuovo vocabolario visivo urbano, lavorando come un antropologo con una particolare attenzione per il transitorio. Quale migliore strategia per “congelare” un momento se non ritrarre una folla in attesa al semaforo rosso, con il traffico che passa e che funge da otturatore? Qui anche il newyorkese più indaffarato deve fermarsi – rassegnato o agitato. Böhm immagina che l’angolo della strada sia un palcoscenico temporaneo, il gruppo eterogeneo composto da attori ignari di essere i protagonisti di un colorato spettacolo urbano. La donna al centro si renderà conto di quanto assomigli alla modella del poster che si scorge in lontananza?
22 | Soli insieme
Walter Niedermayr
Yazd, Iran 23 2005
2005
dalla serie Iran
Courtesy L’artista e Galerie Nordenhake Berlino/Stoccolma e Galerie Johann Widauer Innsbruck
Il lavoro di Niedermayr comporta lunghi viaggi, portando al suo pubblico una tranquilla riflessione sui raggruppamenti sociali e su comportamenti che sono spesso diversi dal suo contesto europeo occidentale. Ci dice: “Mi piace immaginare la creazione di un’immagine in cui l’osservatore sia in grado di definire il proprio punto di vista; ossia, una diversità rispetto al contenuto, diversità rispetto alla forma e diversità rispetto all’ulteriore preoccupazione dell’immagine”.
23 | Soli insieme
Pieter Hugo
da sinistra
Nandipha Mntambo (4)
Lebo Tlali (2)
Manuela Kacinari
Hayden Phipps
Ashleigh McLean
Matthew Hindley (1)
Pieter Hugo
Themba Tshabalala
2012
dalla serie There’s a Place in Hell for Me and My Friends
Courtesy Stevenson, Cape Town/Johannesburg; Yossi Milo, New York; e Priska Pasquer, Colonia
There’s a Place in Hell for Me and My Friends di Pieter Hugo racchiude una serie di ritratti in primo piano dell’artista e dei suoi amici, persone di diverse etnie, nate in Sudafrica o che si sono trasferite lì e facendone lala loro casa. Attraverso un processo di conversione fotografica, il pigmento (melanina), le piccole imperfezioni, macchie o i danni provocati dai raggi solari vengono messi in evidenza sulla pelle dei suoi soggetti. I ritratti che ne risultano sono l’antitesi delle immagini aerografate che comunemente determinano i canoni di bellezza. Questa serie di immagini vuole attirare l’attenzione sulla pelle e sul colore della pelle con l’intenzione di porre l’accento sulla complessità dell’appartenenza, l’impatto dell’ambiente sulla pelle, così come l’assurdità dei parametri alla base del privilegio sistemico e dell’impoverimento.
24 | Soli insieme
Adam Ferguson
dall’alto
Skyping Soldier 4
Skyping Soldier 3
Skyping Soldier 2
2011
dalla serie Skyping Soldiers
Courtesy L’artista
Quando pensiamo alle fotografie scattate ai soldati, ciò che di solito tende a venirci in mente sono ritratti formali di uomini che si presentano come esempi di disciplina e coraggio. Ferguson, invece, ha scelto momenti tranquilli proprio per ricordarci la loro umanità; mostra i suoi soggetti fuori servizio, assorti a comunicare con i loro cari a molte migliaia di chilometri di distanza. Eppure, non c’è una strana disconnessione? Nonostante le presunte “meraviglie” della comunicazione moderna, i suoi silenziosi soggetti sembrano più che consapevoli di non essere nello stesso “spazio” dei loro cari, sia in senso letterale che figurato. C’è forse un insegnamento che tutti noi dovremmo trarre?
25 | Soli insieme
Ann Mandelbaum
da sinistra
Audience 2012 III #1
Audience 2012 III #6
Audience 2012 III #8
2012
dalla serie Audience
Courtesy L’artista
La serie Audience di Ann Mandelbaum è stata realizzata in una sala da concerto, guardando dall’alto la gente benestante venuta per godersi il piacere dell’alta cultura. L’interesse principale di Mandelbaum, tuttavia, non è documentare l’idiosincrasia individuale; il suo interesse è più antropologico: come noi (perché quelle persone potremmo anche essere noi) ci comportiamo in un ambiente pubblico (sia osservando, sia essendo consapevoli di essere osservati) e come veniamo a patti con gli altri in spazi ristretti, limitati. Ma Mandelbaum trasforma anche le sue immagini in maniera pittorica; la sua inquadratura stretta ed escludente esalta il carattere emotivo di questi incontri altrimenti banali. La violenza si nasconde sotto questa superficie educata: potrebbe forse essere che quell’uomo stia davvero strangolando sua moglie?
26 | Soli insieme
Lauren Greenfield
Studentesse dell’ultimo anno (da sinistra) Lili, 17 anni, Nicole, 18 anni, Lauren, 18 anni, Luna, 18 anni, e Sam, 17 anni, si truccano davanti a uno specchio per il documentario Beauty CULTure di Lauren Greenfield, Los Angeles, 2011.
2011
dalla serie Generation Wealth
Courtesy L’artista
Generation Wealth di Greenfield è un ambizioso tentativo, attraverso la fotografia e un film documentario, di comprendere a fondo il fenomeno dell’eccessiva ricchezza in America – a cui spesso e comunemente ci si riferisce con “the one percent” – in tutta la sua affascinante, persino calcolata volgarità. Ma al di là dei soggetti immediati, lo studio di Greenfield è una critica della cultura americana contemporanea, dove gioventù, celebrità, tecnologia, politica, nuove forme di comunicazione sociale e denaro a fiumi creano un cocktail esplosivo capace di inebriare il mondo intero, dove nessuno è completamente immune ai canti delle sirene del consumismo.
27 | Soli insieme
Michael Wolf
da sinistra
Tokyo Compression #39
Tokyo Compression #35
Tokyo Compression#75
Tokyo Compression #80
Tokyo Compression #05
Tokyo Compression #109
2010
dalla serie Tokyo Compression
Courtesy M97 Shanghai
Prima abbiamo visto uno dei grattacieli di Hong Kong firmati da Wolf. Qui, in una selezione tratta da un’altra vasta serie, vediamo lo stress e le tensioni di un’altrettanto grande città asiatica, Tokyo, dalla metropolitana. I pendolari delle grandi città di tutto il mondo riconosceranno questo incubo: una calca di corpi così intensa che li preme contro le porte e le finestre, che fanno vapore con il calore e l’umidità. Gli occhi si chiudono, cercando di tenere a bada l’orrore o di fuggire interiormente, mentre gli sfortunati passeggeri contano i secondi fino alla prossima fermata e alla momentanea liberazione.
28 | Soli insieme
Wang Qingsong
Work, work, work
2012
Courtesy L’artista
Work Work Work di Wang Qingsong può suscitare un sorriso, poiché la sua apparente teatralità è evidente. L’immagine è un curioso mix di ordine e caos, con lavoratori in uniforme che si applicano febbrilmente a qualche forma di pianificazione urbana. Il ritmo sembra febbrile, come se la città che stanno concependo stia nascendo quasi mentre lavorano. Per molti anni Qingsong ha usato la fotografia per criticare i rapidi cambiamenti che stanno attraversando la società cinese. Eppure la critica ha rilevanza per tutti noi: il lavoro deve essere venerato, a scapito di altri bisogni umani?
29 | Soli insieme
Olivier Christinat
Figurations II
2016
Courtesy L’artista
Nel 2008, l’umanità ha superato una pietra miliare, con più persone che vivono in centri urbani anziché in campagna. Viviamo insieme ma viviamo gran parte della nostra vita da soli. Christinat si ritiene privilegiato per essere nato in quella che considera “un’età dell’oro” della civiltà, avendo accesso all’istruzione, alla cultura, al comfort, alla sicurezza e alla libertà di movimento e di pensiero. Ha fotografato la folla in molte città, mentre le persone scendono da una scala mobile. Egli cerca momenti privati e incustoditi: il gesto di preghiera delle mani, il corrugamento di una fronte, un sorriso rivolto a un amico. L’artista descrive come “segni effimeri….punteggiature da cui l’immaginazione può vagare”.
30A | Soli insieme
Dona Schwartz
da sinistra
Bobby and Kevin, Waiting to Adopt, 2012
Desiree and Karen, 68 days, 2006
Liz and Deedrick, 14 days, 2007
2006
dalla serie Expecting Parents
Courtesy Stephen Bulger Gallery
Le due serie di Schwartz, Expecting Parents e Empty Nesters, possono essere viste come parti interconnesse di un tutto. Schwartz prende come soggetto genitori e figli – anche se questi ultimi sono chiaramente invisibili; l’opera è ancora più potente per questo. La prima serie si occupa di coppie che aspettano con ansia o serenità l’arrivo di un nuovo essere umano. I genitori in attesa sono messi in posa nelle stanze della loro prole, e gli ambienti che hanno creato parlano eloquentemente delle loro speranze e aspirazioni. La seconda serie mostra i genitori che lottano per venire a patti con il momento in cui il loro figlio adulto lascia il nido.
30B | Soli insieme
Dona Schwartz
da sinistra
Pam and Bill, 2 months, 2010
Kathy and Lyonel, 18 months, 2010
Jean, 2 years, 2011
2007
dalla serie Empty Nesters
Courtesy Stephen Bulger Gallery
Le due serie di Schwartz, Expecting Parents e Empty Nesters, possono essere viste come parti interconnesse di un tutto. Schwartz prende come soggetto genitori e figli – anche se questi ultimi sono chiaramente invisibili; l’opera è ancora più potente per questo. La prima serie si occupa di coppie che aspettano con ansia o serenità l’arrivo di un nuovo essere umano. I genitori in attesa sono messi in posa nelle stanze della loro prole, e gli ambienti che hanno creato parlano eloquentemente delle loro speranze e aspirazioni. La seconda serie mostra i genitori che lottano per venire a patti con il momento in cui il loro figlio adulto lascia il nido.
31 | Soli insieme
Paul Bulteel
Untitled (Figurants series)
2010
dalla serie Figurants
Courtesy Per gentile concessione dell’artista
A differenza di molti altri fotografi, Paul Bulteel professa di non avere vincoli imposti dal lavorare in “serie”. Il tema generale dell’ambiente urbano e della presenza umana al suo interno rappresentano già materia di lavoro sufficiente. Il fotografo è particolarmente attratto dal rapporto tra la collettività e l’individuo, così come dalle tensioni che spesso ne derivano. Fotografa persone di tutte le età in molte situazioni diverse, con vari gradi di formalità, e i suoi titoli sono tutti figuranti, quasi a dire che siamo tutti attori sulla scena sociale e che abbiamo più cose in comune di quanto non ci rendiamo conto.
32 | Soli insieme
Ahmad Zamroni
Jakarta, 14 settembre 2007, i musulmani pregano in una moschea durante la preghiera del venerdì a mezzogiorno, mentre i devoti osservano il santo mese di digiuno del Ramadan. I musulmani praticanti rinunciano a mangiare, bere, fumare e a qualsiasi attività sessuale dall’alba al tramonto durante il mese di Ramadan. Più del 90% dei 220 milioni di abitanti dell’Indonesia seguono l’Islam, il che ne fa la più grande nazione musulmana del mondo.
2007
Courtesy L’artista
Zamroni è sia un fotogiornalista, sia un photo editor, quindi si concentra molto sul potere comunicativo di ogni singola immagine. L’Islam è un elemento centrale del suo lavoro insieme alla sua ricca storia, pur essendo consapevole delle molte tensioni che esistono sia all’interno di questa religione che con le altre fedi principali. Quest’opera dimostra la profondità della fede dei musulmani devoti, insieme alla concentrazione, all’ordine e alla disciplina necessari per l’odissea spirituale che è al centro della religione.
33 | Soli insieme
Michele Borzoni
Foligno, 2014. Concorso pubblico per il reclutamento di 860 sottufficiali. Si sono candidate all’esame, che si è svolto nel centro di reclutamento dell’esercito italiano a Foligno, 7672 persone.
2014
dalla serie Workforce
Courtesy L’artista
Il formato può essere collettivo (un’aula d’esame), ma l’esperienza è individuale; ogni candidato è riportato alle proprie capacità e alle lezioni apprese. Il fotografo ha posizionato la sua macchina fotografica dove ci si aspetterebbe che si posizionasse l’ufficiale in comando: la sede dell’autorità. L’immagine perfettamente simmetrica di Borzoni si pone come degno successore della pittura prospettica rinascimentale. Le file e le colonne ordinate e accuratamente distanziate rimandano alla disciplina militare. Eppure, ogni candidato è lontano dall’immagine convenzionale del soldato ben disciplinato; al contrario, ognuno si presenta come un individuo a sé stante, ansioso ma speranzoso.
34 | Soli insieme
Trent Parke
tutte le opere
Untitled
2006
dalla serie The Christmas Tree Bucket
Courtesy Magnum Photos
In questa serie, Parke mostra la bellezza e la noia della vita quotidiana in periferia attraverso la documentazione di una riunione di famiglia, a Natale ad Adelaide. Il fotografo stesso ha sofferto di intossicazione alimentare durante i festeggiamenti – alla fine ha vomitato nel secchio rosso che aveva precedentemente sorretto l’albero di Natale, ispirando così il titolo della serie. Come spiega Parke, “È stato lì – mentre fissavo quel secchio rosso brillante, vomitando ogni ora per quindici ore di fila – che ho iniziato a pensare a quanto fossero strane le famiglie, la periferia, la vita, il vomito e, in particolare, il Natale… ‘ Commento alla label: Solo 1 label
35 | Soli insieme
Evan Baden
dall’alto
Emily
Jacob
2010
dalla serie Technically intimate
Courtesy L’artista
Il punto di partenza di Baden è che sebbene il cambiamento sia costante, il modo in cui lo viviamo oggi è diverso da come è stato vissuto nelle epoche precedenti. Per le giovani generazioni, i cosiddetti “nativi digitali”, il cambiamento avviene nel contesto di una tecnologia di cui non hanno mai fatto a meno. Anche la nozione di intimità è diversa ora per i giovani. Agli occhi di Baden, i giovani incarnano il cambiamento, adottando qualsiasi identità che scelgono e, altrettanto rapidamente, scartandola per qualcosa di nuovo. Il modo in cui i giovani modificano se stessi e il mondo che li circonda ha un effetto duraturo su ogni aspetto della cultura in cui vivono.
36 | Soli insieme
Larry Sultan
da sinistra
Topanga Skyline Drive #1, 1999
Sharon Wild, 2001
1999
dalla serie The Valley
Courtesy Estate di Larry Sultan
La visual pornography è un’industria in crescita, con ricavi stimati miliardi di dollari. La maggior parte degli adulti curiosi conosce i film e le fotografie, ma Larry Sultan ha voluto documentare un lato dell’industria che nessuno vede: il comportamento piuttosto ordinario degli uomini e delle donne che si guadagnano da vivere come attori nei film, sorpresi ad ammazzare il tempo tra una ripresa e l’altra. Fotografandoli in momenti tranquilli, Sultan elimina le connotazioni sordide del loro lavoro, suggerendo che sono, alla fine della giornata, persone come tutti noi, che fanno del loro meglio per guadagnarsi da vivere.
37 | Soli insieme
Raimond Wouda
Damstede Amsterdam
2003
dalla serie School
Courtesy L’artista
Wouda ha fatto un ampio studio sulla vita degli adolescenti a scuola, sia all’interno che all’esterno della sua nativa Olanda. Lavorando con una macchina fotografica di grande formato, montata su un treppiede, aspetta pazientemente che gli studenti si stanchino della sua novità (e della sua presenza come adulto) e, nel momento della sua “invisibilità”, inizia la sua sessione fotografica. La macchina fotografica e il tempismo preciso dei suoi scatti assicurano la cattura di una grande quantità di informazioni, mentre gli adolescenti interagiscono: si pavoneggiano, si agitano, flirtano, competono, osservano e generalmente fanno del loro meglio per imparare e conformarsi ai codici non detti della cultura giovanile.