FUGA
127 | Fuga
Massimo Vitali
Piscinao de Ramos
2012
Courtesy L’artista
La fotografia di Vitali, con una spiaggia di sabbia bianca accecante e dei bagnanti, parla di un rito collettivo globale. I nostri antenati animali sono usciti dall’acqua 400 milioni di anni fa – potrebbe esserci qualche memoria atavica? L’obiettivo primario del fotografo è, naturalmente, la folla colorata e porta la sua linea dell’orizzonte quasi al bordo superiore della composizione per accoglierla, invertendo così la prospettiva abituale di un vasto oceano che si estende all’orizzonte. Ogni anno, milioni di persone si dilettano ancora in questa semplice fuga dalla routine quotidiana, condividendo il desiderio di ‘allontanarsi da tutto’, anche se, in realtà, spesso si desidera di trovare la compagnia degli altri.
128 | Fuga
An-My Lê
Film Set (“Free State of Jones”), Battle of Corinth, Bush, Louisiana
2015
dalla serie Day Break
Courtesy L’artista
La fotografia di An-My Lê è scattata sul set di un film dell’epoca della guerra civile americana, Free State of Jones (2016), che racconta la storia di un disertore dell’esercito confederato. Questa immagine, come molte delle opere di Lê, oscilla nel tempo e nello spazio. Il passato immaginato e il presente quotidiano siedono fianco a fianco, sollecitando la domanda: quando finisce la storia e inizia il presente? La popolarità delle storie di guerra nella cultura popolare suggerisce in qualche modo che gli ingredienti principali: razza, classe, lavoro e capitale della guerra più sanguinosa d’America siano ancora profondamente intrecciate nel paesaggio fisico e nel tessuto della società americana di oggi.
129 | Fuga
Zhang Xiao
Coastline No.2
2009
dalla serie Coastline
Courtesy L’artista e Blindspot Gallery
La Cina ha 18.000 chilometri di costa, e il progetto di Zhang intende fotografare la vita lungo di essa e nei momenti di vacanza, quando milioni di cittadini fuggono brevemente dalla frenetica vita della città. Quando era bambino, Zhang era attratto dal mare e dai suoi misteri, che sentiva essere eterni: “Mi sento ancora così. Vengo qui a cercare quelle forti emozioni e quelle ricche immagini, e forse ci sono anche delle delusioni. Il mare è l’inizio della vita e dei sogni; allo stesso tempo, cerco la patria nel mio cuore”.
130A | Fuga
Simon Roberts
Annual Eton College Procession of Boats, River Thames, Windsor, Berkshire, UK
2016
dalla serie Merrie Albion – Landscape Studies of a Small Island
Courtesy Flowers Gallery London & New York
Per tutti gli inglesi, di qualsiasi classe sociale, Eton mantiene l’associazione con l’élite dominante: gusto sobrio, uniformità (letteralmente, notate gli studenti), privilegio indiscusso e certezza. La distanza di Simon Robert dalla folla è quindi simbolica, significa suggerire un “loro” molto piccolo e un “noi” immenso. Il decoro regna. La stessa regata è simbolica: il successo è il risultato di un lavoro di squadra, cronometrato con la precisione di un orologio e non di uno sforzo individualistico indecoroso. L’equipaggio della barca potrebbe anche essere una squadra militare, disciplinata e sicura della vittoria.
130B | Fuga
Simon Roberts
Battle of Britain Memorial Flight, Shoreham Air Show, West Sussex, UK
2007
dalla serie Merrie Albion – Landscape Studies of a Small Island
Courtesy Flowers Gallery London & New York
In tutte le sue fotografie, Roberts fa uso della grande visione d’insieme, registrando le persone come modelli formali all’interno del paesaggio. Ogni fotografia colloca un evento in modalità pittorica da un punto di vista elevato, una strategia familiare alla pittura di paesaggio. Infatti, le immagini sono spesso scattate dal tetto del camper di Roberts. Di conseguenza, lo spettatore è spesso collocato a una distanza discreta e in posizione elevata rispetto al soggetto, separandolo dall’azione come spettatore distaccato e critico. In sostanza, il fotografo cerca di mappare modelli che non sarebbe possibile osservare dall’interno della folla.
131 | Fuga
George Georgiou
da sinistra
Mardi Gras Parade, New Orleans, Louisiana, USA. 06/02/2016
Mardi Gras Parade, Algiers, New Orleans, Louisiana, USA. 06/02/2016
2016
dalla serie In the company of Strangers: Americans Parade
Courtesy L’artista
George Georgiou ha sottotitolato il suo libro sulle parate in America usando le parole “in compagnia di estranei”. Mentre i termini “compagnia” ed “estranei” sembrerebbero escludersi a vicenda, è proprio la fusione dei due ad arrivare al cuore dei potenti rituali che le sue immagini documentano. Con questa ampia serie di fotografie scattate in tutto il paese, il fotografo fornisce un ritratto della società americana moderna, lacerata da divisioni di classe e di razza, ma unita da una profonda curiosità e dal rispetto per le tradizioni che vengono celebrate. Non importa che le parate stesse passino inosservate: le persone si sono riunite – a loro insaputa, su prati, parcheggi e angoli di strada – per scattare una foto di famiglia.
132 | Fuga
Reiner Riedler
Wild River, Florida
dalla serie Fake holidays
Courtesy L’artista
La vera natura selvaggia è difficile da trovare in un’epoca in cui i poteri di colonizzazione della civiltà planetaria regnano supremi. Forse le persone ricordano istintivamente, anche se un po’ debolmente, le migliaia di anni di lotta della nostra specie con le forze della natura, quando avevamo solo le nostre divinità panteiste a proteggerci, e desiderano ancora un tocco della cosa reale. I “fiumi selvaggi” dei nostri parchi di divertimento più elaborati sono luoghi in cui le persone domano correnti turbolente sovrastate da alte falesie di montagna e foreste primordiali. Le giostre danno l’illusione di controllare la natura, ma in realtà si muovono su binari prestabiliti.
133 | Fuga
Matthieu Gafsou
Traces 3a
2016
dalla serie Ether
Courtesy Galerie Eric Mouchet
Per la maggior parte dell’esistenza umana, forse 250.000 anni, gli uomini e le donne hanno potuto guardare in alto e provare un senso di meraviglia per la maestosità del cielo, specialmente durante i periodi del tramonto e dell’alba, quando il cielo diventava gloriosamente policromo. Prima del 1900 non si vedeva nessuna presenza umana; il cielo era il regno degli spiriti e degli dei. Con il nostro impossessarci dell’aria, la situazione è cambiata e, ad oggi, è impossibile non ricordarsi della nostra presenza aerea. Ora ammirare un tramonto significa anche meravigliarsi della scia di un aereo; la nostra “meraviglia” è rivolta a ciò che ogni scia ci racconta: dove è diretto l’aereo e come riescono gli aerei a non scontrarsi tra loro.
134 | Fuga
Richard Misrach
Untitled (November 9, 2013, 9:49am)
2013
dalla serie On The Beach
Courtesy Fraenkel Gallery, San Francisco
L’essere da solo (al contrario della solitudine) è uno stato dell’essere che è sempre più difficile da raggiungere in una civiltà costantemente in movimento, ricca di risorse ma povera di tempo, e che incoraggia sempre il pensiero di gruppo, la condivisione e la ‘comunità’. Clicca su ‘Mi piace’, non pensare. Misrach ci ricorda il valore di questi momenti trascorsi da soli, lontano dalla pazza folla, in cui è possibile esserlo anche se abbracciati e sostenuti dalla natura.
135 | Fuga
Jeffrey Milstein
dall’alto
Carnival Sensation, 2013
Caribbean Princess, 2014
2014
dalla serie Cruise ships
Courtesy L’artista
Il pilota e fotografo Jeffrey Milstein è un maestro del punto di vista dall’alto, che in questo caso trasforma oggetti mastodontici – spesso chiamati “palazzi del tempo libero galleggianti”, con nomi altrettanto nobili come “Principessa”, “Maestà” e “Reale” – in quelli che sembrano essere intricati giocattoli. Queste navi, alcuni dei manufatti più intricati e abilmente progettati della civiltà moderna, contrastano nettamente con le zattere spesso di fortuna utilizzate dai profughi.
136 | Fuga
Giles Price
Presumed dead. Gettysburg Readdressed
2013
Courtesy L’artista
La battaglia di Gettysburg fu combattuta tra le forze dell’Unione e le forze dell’esercito Confederato in tre caldi giorni nel luglio del 1863. La battaglia è considerata come il punto di svolta della guerra civile americana, in quanto fermò la marcia del generale Robert E. Lee verso nord. La maggior parte degli osservatori di questa rievocazione storica, seduti comodamente sulle sedie da campo e armati di smartphone, concentrano i loro obiettivi sul campo di battaglia, dove i volontari giocano a fare i morti o si pavoneggiano come vincitori. Ma Price fa un passo indietro e posiziona il suo obiettivo dietro gli osservatori, riprendendoli come attori nel dramma che si sta svolgendo. Cosa pensano questi uomini? Desiderano riscrivere la storia con una vittoria confederata? Immaginano le loro gesta gloriose sul campo di battaglia?
137 | Fuga
Olaf Otto Becker
Point 660, 2, 08/2008 67°09’04”N, 50°01’58”W, Altitude 360M
2008
dalla serie Above Zero
Courtesy L’artista
Becker ha lanciato questo campanello d’allarme sul disastro ambientale in corso nell’Artico più di un decennio fa e da allora i problemi sono solo accelerati. Le immagini di quest’area che sono rimaste nell’immaginario collettivo per secoli – vedute ininterrotte di neve incontaminata, orsi polari che si aggirano e foche che si crogiolano – sono ormai una cosa del passato. La realtà di oggi comprende sottomarini e rompighiaccio alla ricerca di rotte redditizie per lo sfruttamento, e turisti in brevi incursioni sul ghiaccio da navi da crociera ben riscaldate, a caccia di fotografie da portare a casa come trofei.
138 | Fuga
Sheng-Wen Lo
Diergaarde Blijdorp Rotterdam, The Netherlands
2016
dalla serie White Bear
Courtesy L’artista
Come dice l’artista, questa serie “ritrae orsi polari in mostra nei loro habitat artificiali in tutto il mondo. Cerco di affrontare i dilemmi riguardanti i programmi per animali in cattività…Mentre gli habitat naturali vengono distrutti, può essere ragionevole tenere certe specie in ambienti controllati; tuttavia, è discutibile che alcuni risultati siano il vero riflesso della causa originale. L’esistenza di orsi bianchi in cattività incarna questa ambiguità. Promossi come magneti per turisti (mega fauna), gli orsi si trovano al punto in cui la missione di conservazione, ricerca ed educazione delle istituzioni è sopraffatta dall’interesse di intrattenimento”.
139 | Fuga
Giles Price
Everest Base Camp 1, Nepal. Human + Nature
2015
Courtesy L’artista
Il lavoro di Price esamina gli ambienti influenzati dalla presenza umana. Questi includono grandi interventi strutturali e paesaggi trasformati da raduni di massa, attività umane, persino proteste, così come l’impatto umano su scala ambientale, economica e politica. Spesso Price usa la scala per esprimere il suo punto di vista, e spesso dall’alto, dove il comportamento di massa è più evidente di quanto non lo sia dalla terra. La sua serie Human + Nature osserva l’impatto fisico del crescente interesse dell’uomo nei confronti della scalata del Monte Everest. A prima vista, immaginiamo di vedere dei rifiuti, ma in realtà si tratta di migliaia di accampamenti che ospitano gli sherpa e il numero crescente di scalatori.